CASA DELLA SETERIA SIRONI - AFFITTACAMERE - Via Ottone Calcinara, 6 - 15057 Tortona (AL)

La MITICA 2019

LA MITICA

LaMITICA del CENTENARIO
CICLOSTORICA CON BICI D’EPOCA PER I COLLI DI SERSE E FAUSTO COPPI

CASTELLANIA
28-30 GIUGNO 2019.

L’Associazione per la Valorizzazione degli Itinerari Cicloturistici dei Colli di Coppi è una Associazione che si propone principalmente di far conoscere il territorio che ha visto nascere e crescere Serse e Fausto Coppi attraverso lo sport che li ha consacrati.
Chi abita queste terre vive un legame fortissimo con le medesime, con le tradizioni e con il buon cibo, tanto che anche i nostri due più famosi conterranei, Fausto Coppi e Giuseppe Pellizza da Volpedo, sono popolari in tutto il mondo ma mai hanno vissuto lontano dai luoghi natii e sempre hanno mostrato forte attaccamento e riconoscenza.
Questo forte legame verso il nostro territorio, unita alla passione che probabilmente abbiamo innata verso lo sport di Fausto Coppi, ma senza dimenticare Giovanni Cuniolo (prima maglia tricolore della storia del campionato italiano) e Luigi Malabrocca (maglia nera al giro d’Italia per ben due volte consecutive) per citare i più noti, ci spinge a dare il massimo per farlo conoscere a tutti attraverso uno dei pochi sport praticabile appunto da tutti, capace di coinvolgere tutta la famiglia, che non necessita di particolari infrastrutture predisposte e che permette di vivere e cogliere tutte le sfumature di un territorio: il ciclismo.

I RACCONTI DELLA SETERIA

La Filanda Sironi ha origini antiche, il primo proprietario fu Alessandro Pedemonti, di Tortona, che nel 1857 ottenne dal Comune il permesso di impiantare una filanda a vapore di 80 bacinelle.

Dopo varie vicissitudini e periodi di fortuna e sfortuna nel 1873 la filanda fu ceduta alla Banca Fiorentina Industriale Serica e la direzione fu affidata a Francesco Sironi, originario di una località della Brianza famosa per l’antica tradizione di filatura della seta.

Per molti anni la produzione di seta greggia della Filanda Sironi fu considerata tra le migliori della provincia, la lavorazione era molto accurata e si producevano giornalmente circa 40 kg di seta greggia. Negli anni venti la produzione annuale era di circa 12 quintali e la maggior parte delle matasse venivano vendute in Francia, a Lione.

Con la crisi economica del 1929 iniziata negli Stati Uniti, tutti i paesi europei si trovarono in una situazione di grave recessione che provocò tra gli altri disastri anche il crollo del prezzo della seta.

A questo poi si aggiunse la rivalutazione della lira da parte del governo che ebbe come conseguenza un calo drastico delle esportazioni. La filanda chiuse ufficialmente nel dicembre del 1932, Mario Sironi non perse le speranze di riaprire l’azienda ma dovette rassegnarsi di fronte all’avvento di fibre artificiali come il raion, prodotto in modo industriale con processi meccanizzati e con materie prime di basso costo.

Finì così un’epoca, non solo per la Filanda Sironi e la produzione della seta ma anche per coltivazione del gelso e l’allevamento dei bachi, finì il mondo delle filatrici, le operaie che iniziavano a lavorare da giovanissime, alcune da bambine e si spense il suono della sirena che chiamava le donne al lavoro al mattino presto, un mondo di fatica che si affacciava alla modernità e a quel progresso che avrebbe cambiato per sempre il volte delle nostre città e delle nostre campagne.

[Bibliografia: articolo Mario Sironi e la sua Filanda in Protagonisti per voltar pagina mensile tortonese, 1982].

LE FOGLIE DEL GELSO

Nel 1982 un interessante ricerca degli alunni della scuola media Manzoni di Tortona, fu pubblicata all’interno del mensile tortonese “Protagonisti per voltar pagina” in un articolo dal titolo Mario Sironi e la sua Filanda. Grazie alle notizie raccolte dai ragazzi di allora possiamo immergerci in quel mondo passato, provando ad immaginare come si viveva e quali erano le vicende che animavano la città.

Leggiamo che all’inizio del 1800 Carlo Alberto di Savoia fu fautore di importanti riforme per liberalizzare il commercio, anche quello dei filati di seta, abolendo il divieto dell’esportazione della seta greggia; queste innovazioni aiutarono le filande di Tortona a crescere e prosperare.

Uno degli aspetti che colpiscono l’immaginazione del lettore è il legame di questo tipo di manifattura con il mondo agricolo, il clima tortonese era particolarmente adatto alla coltivazione dell’albero del gelso le cui foglie sono un alimento indispensabile per il baco da seta.

Dal momento che la coltura del gelso e l’allevamento del baco da seta divennero attività molto importanti per l’economia del territorio, iniziarono ad essere regolate da disposizioni comunali che prevedevano l’obbligo di piantumazione per ogni possessore di vigna o di terreno da coltivazione. Tutto ciò portò ad una mutazione del paesaggio agrario tortonese, i gelsi venivano coltivati nei campi con una disposizione rettangolare e di una varietà quasi completamente sfornita di frutta.

Oggi nelle campagne vediamo pochi alberi di gelso, sono stati infatti lentamente abbattuti per favorire la coltivazione meccanizzata dei campi, può capitare però, quando è il periodo di raccolta dei frutti, di parlare con gli anziani al mercato e sentirli raccontare, di fronte ad un cestino di more di gelso, del tempo perduto dell’infanzia. Seguire il filo dei pensieri di questi importanti testimoni del passato è un modo per rivivere anche il nostro legame con gli oggetti, la terra e quel mondo contadino che un tempo faceva parte della vita di tutti.